Patriota e scienziato italiano. Frate scolopio o somasco, studioso di
matematica, fisica e chimica, insegnò a Napoli presso la Reale Accademia
Militare e in un istituto privato, della cui fondazione egli fu un promotore.
L. fu anche un acceso massone, animatore della Società patriottica
e del giacobinismo napoletano. Denunciato come uno degli organizzatori della
congiura del 1794, fu costretto alla fuga e durante l'esilio smise la tonaca.
Ritornò a Napoli come farmacista delle truppe francesi guidate dal
generale Champinnet (1799). Nella nuova Repubblica rivestì dapprima la
carica di presidente del Governo provvisorio (poi sostituito da Ciaia) e quindi
quella di segretario generale. A causa dell'acceso radicalismo e della
intransigenza mostrata, fu arrestato dietro una calunniosa accusa di estorsione.
Abbandonò Napoli ma riprese il suo incarico di farmacista (nel 1808
farmacista capo) nelle forze francesi, mutando il proprio nome in Laubert. Nel
1814 entrò all'Accademia reale di medicina e si dedicò soltanto
all'attività scientifica. Compì rilevanti esperimenti sull'etere e
sulla china-china, scrisse un
Codice fondamentale degli ospedali
militari, pubblicò pregevoli studi scientifici quali le
Memorie
sull'unità dei principi della meccanica (1789 circa) e, con la
collaborazione di Annibale Giordani,
I principi analitici delle
matematiche (1792). Tra il 1786 e il 1789 comparvero le
Riflessioni sulle
operazioni dell'umano intendimento, sulla scia del pensiero sensista di
Condillac (Teano, Caserta 1752 - Parigi 1835).